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- Donne in Nero - LA PAROLA ALLE DONNE AFGHANE Incontro con ZOYA, attivista
di RAWA
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- Donne in Nero - LA PAROLA ALLE DONNE AFGHANE Incontro con ZOYA, attivista di RAWA = Padova, Palazzo Moroni - Venerdì 4 Dicembre 2009 = |
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(da Locandina)
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in Nero LA
PAROLA ALLE DONNE AFGHANE Incontro
con ZOYA, attivista
di RAWA Venerdì
4 dicembre 2009, ore 21 Sala
Paladin, palazzo Moroni, Padova Zoya L’infanzia e tutta la giovane vita di Zoya sono segnate dalla
guerra vissuta dall’Afghanistan negli ultimi 30 anni. Aveva un anno quando i sovietici invasero il suo paese.
Risalgono a 6 anni i suoi primi ricordi di guerra fra russi e Mujahiddin. I
suoi genitori erano attivisti di movimenti contro l’invasione russa e contro
il fondamentalismo religioso. Da piccola veniva affidata alla nonna acquisita
che viveva con la sua famiglia e che è stata l’unico suo affetto costante. Ha
imparato a leggere e scrivere a casa con il padre o con insegnanti privati. A
8 anni ha saputo che la madre era attivista di RAWA (Revolutionary
Association Women Afghanistan) e ha cominciato ad accompagnarla qualche volta
nei suoi giri. Aveva 11 anni quando i sovietici abbandonarono l’Afghanistan. Quasi sempre sola con la nonna, cercava rifugio dai
bombardamenti dei Mujahiddin su Kabul, rasa al suolo, in un’umida cantina.
Assistette alla presa del potere dei Mujahiddin e ai profondi cambiamenti
imposti alla popolazione. Dai racconti della nonna e della sua unica amica di
Kabul conobbe le crudeli brutalità commesse dai Mujahiddin ai danni del
popolo afghano e in particolare delle donne, soprattutto se giovani. Sul
cadavere di una giovane di 18 anni, uccisasi per sfuggire ai Mujahiddin che
volevano rapirla, giurò di combattere ogni sopruso e violenza. Prima il
padre, poi la madre furono catturati e uccisi e i loro corpi non furono mai
restituiti; “…oltre alle loro vite, ci avevano sottratto anche le loro
tombe.” Aveva 14 anni quando la
nonna accettò la proposta di RAWA di fuggire in Pakistan e frequentare una
scuola. A 15 anni venne introdotta nell’attività di RAWA. Dovendo cambiare
nome scelse Zoya e andò a vivere e lavorare in una casa rifugio. A 19 anni le
venne affidata la prima missione: tornò nella Kabul dei Talebani coperta dal
burqa. Seguirono molte altre missioni.
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Rif.:
DONNE IN NERO - Padova |
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