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<  RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SULLA PENA DI MORTE NEL 2009: LA CINA RENDA PUBBLICI I DATI  >

 

 

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  Esecuzioni nel 2009 note ad Amnesty International  >>>

  Condanne a morte nel 2009  >>>

 

 

Comunicato stampa

CS31-2010

 


RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL SULLA PENA DI MORTE NEL 2009:

LA CINA RENDA PUBBLICI I DATI

 



In occasione del lancio del suo rapporto sulla pena di morte nel 2009,

Amnesty International ha sollecitato le autorita’ cinesi a rendere

pubblici i dati sulle persone condannate e messe a morte l’anno scorso.

 

Secondo il rapporto di Amnesty International, nel 2009 sono state messe a

morte almeno 714 persone in 18 paesi e condannate a morte almeno 2001

persone in 56 paesi. Questi dati non tengono conto delle migliaia di

esecuzioni probabilmente avvenute in Cina, paese dove le informazioni

sulla pena capitale rimangono un segreto di stato.

 

Sfidando la mancanza di trasparenza da parte della Cina, Amnesty

International ha deciso di non rendere pubblici gli scarsi dati in suo

possesso. Le stime basate sulle informazioni disponibili forniscono

infatti un quadro fortemente sottodimensionato dell’effettivo numero di

condanne eseguite ed emesse nel paese nel 2009.

 

‘La pena di morte e’ crudele e degradante, un affronto alla dignita’

umana’ – ha dichiarato Claudio Cordone, Segretario generale ad interim di

Amnesty International, che ha aggiunto: ‘Le autorita’ cinesi affermano che

le esecuzioni sono in diminuzione. Se questo e’ vero, perche’ non

dichiarano al mondo quante persone hanno messo a morte?’.

 

Le ricerche di Amnesty International mostrano che i paesi che ancora

eseguono condanne a morte costituiscono l’eccezione piuttosto che la

regola. Oltre alla Cina, i paesi col piu’ alto numero di esecuzioni sono

risultati l’Iran (almeno 388), l’Iraq (almeno 120), l’Arabia Saudita

(almeno 69) e gli Stati Uniti (52).

 

Lo scorso anno ha visto la pena di morte usata diffusamente per inviare

messaggi politici, ridurre al silenzio oppositori o promuovere agende

politiche in Cina, Iran e Sudan. In Iran, 112 esecuzioni hanno avuto luogo

nelle otto settimane d’intervallo tra le elezioni presidenziali del 12

giugno e l’inaugurazione della seconda presidenza di Mahmoud Ahmadinejad,

il 5 agosto.

 

Il rapporto di Amnesty International descrive il modo discriminatorio in

cui la pena di morte e’ stata applicata nel 2009, spesso al termine di

processi gravemente irregolari. La pena capitale e’ stata utilizzata in

modo sproporzionato contro i poveri, le minoranze e gli appartenenti a

comunita’ etniche e religiose.

 

Eppure, questi dati dimostrano anche che il cammino del mondo verso

l’abolizione prosegue. Il numero dei paesi che hanno completamente abolito

la pena capitale e’ salito a 95, grazie al Burundi e al Togo.

 

Per la prima volta, da quando Amnesty International ha iniziato a

raccogliere i dati, nel 2009 in Europa non c’e’ stata alcuna esecuzione.

La Bielorussia rimane l’unico paese europeo ad applicare la pena capitale.

In tutto il continente americano, gli Usa sono stati l’unico paese in cui

sono state eseguite condanne a morte.

 

‘Sempre meno paesi fanno ricorso alle esecuzioni. Come in passato con la

schiavitu’ e l’apartheid, il mondo sta respingendo questo affronto

all’umanita’. Siamo piu’ vicini a un mondo libero dalla pena di morte, ma

fino a quel giorno bisognera’ opporsi a ogni esecuzione’ – ha concluso

Cordone.

 

Ulteriori informazioni

 

Sintesi regionali:

 

In Asia, migliaia di esecuzioni hanno avuto probabilmente luogo in Cina,

dove le informazioni sulla pena di morte rimangono un segreto di stato.

Esecuzioni, di cui 26 note ad Amnesty International, si sono verificate in

soli altri sette paesi: Bangladesh, Corea del Nord, Giappone, Malaysia,

Singapore, Thailandia e Vietnam. Per la prima volta negli ultimi anni, il

2009 e’ stato un anno senza esecuzioni in Afghanistan, Indonesia, Mongolia

e Pakistan.

 

In Medio Oriente e Africa del Nord sono state registrate almeno 624

esecuzioni in sette paesi: Arabia Saudita, Egitto, Iran, Iraq, Libia,

Siria e Yemen. Arabia Saudita e Iran hanno messo a morte complessivamente

sette persone che avevano meno di 18 anni al momento del presunto reato.

Un gruppo di paesi (Algeria, Libano, Marocco e Sahara Occidentale,

Tunisia) ha continuato a mantenere una moratoria sulle esecuzioni.

 

In Europa non sono state registrate esecuzioni nel 2009. L’unico paese

europeo che continua a ricorrere alla pena capitale e’ la Bielorussia,

dove due persone sono state messe a morte quest’anno a marzo.

 

Nell’Africa subsahariana sono stati solo due i paesi a eseguire condanne a

morte: Botswana e Sudan. La piu’ grande commutazione di massa, di cui

Amnesty International abbia mai appreso, e’ stata disposta in Kenya,

quando il governo ha annunciato che le condanne a morte di oltre 4000

prigionieri sarebbero state ridotte a pene detentive.

 

Esecuzioni nel 2009 note ad Amnesty International:

 

Arabia Saudita (almeno 69), Bangladesh (3), Botswana (1), Cina (+), Corea

del Nord (+), Egitto (almeno 5), Giappone (7), Iran (almeno 388), Iraq

(almeno 120), Libia (almeno 4), Malaysia (+), Singapore (1), Siria (almeno

8), Stati Uniti d’America (52), Sudan (almeno 9), Thailandia (2), Vietnam

(almeno 9), Yemen (almeno 30).

 

I metodi utilizzati comprendono decapitazione, fucilazione, impiccagione,

iniezione letale, lapidazione e sedia elettrica.

 

 

Condanne a morte nel 2009:

 

Almeno 2001 persone sono state condannate a morte in 56 paesi. Il dato

reale e’ molto piu’ alto.

 

Afghanistan (almeno 133), Algeria (almeno 100), Arabia Saudita (almeno

11), Autorita’ Palestinese (17), Bahamas (almeno 2), Bangladesh (almeno

64), Benin (almeno 5), Bielorussia (2), Botswana (2), Burkina Faso (almeno

6), Ciad (+), Cina (+), Corea del Nord (+), Corea del Sud (almeno 5),

Egitto (almeno 269), Emirati Arabi Uniti (almeno 3), Etiopia (almeno 11),

Gambia (almeno 1), Ghana (almeno 7), Giamaica (2), Giappone (34),

Giordania (almeno 12), Guyana (3), India (almeno 50), Indonesia (1), Iran

(+), Iraq (almeno 366), Kenya (+), Kuwait (almeno 3), Liberia (3), Libia

(+), Malaysia (almeno 68), Mali (almeno 10), Marocco e Sahara Occidentale

(13), Mauritania (almeno 1), Myanmar (almeno 2), Nigeria (58), Pakistan

(276), Qatar (almeno 3), Repubblica Democratica del Congo (+), Sierra

Leone (almeno 1), Singapore (almeno 6), Somalia (12, sei delle quali nel

Puntland e sei nel territorio sotto la giurisdizione del Governo federale

di transizione), Siria (almeno 7), Sri Lanka (108), Stati Uniti d’America

(almeno 105), Sudan (almeno 60), Taiwan (7), Tanzania (+),  Thailandia

(+), Trinidad e Tobago (almeno 11), Tunisia (almeno 2), Uganda (+),

Vietnam (almeno 59), Yemen (almeno 53), Zimbabwe (almeno 7).

 

Il simbolo ‘+’ significa che nel 2009 vi sono state condanne ed esecuzioni

(almeno piu’ di una) ma che non e’ noto l’esatto numero.

 

Fonte: Amnesty International Death Sentences and Executions in 2009.

 

Queste e ulteriori informazioni sulla pena di morte nel 2009 saranno

disponibili dal 30 marzo 2010 al seguente indirizzo:

http://www.amnesty.it/dati_pena_di_morte_nel_2009

 



Rif.:  Amnesty International Italia – www.amnesty.it

 

 

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