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CAMO

Centro Ambrosiano Oftalmico

 

 

Campagna Nazionale

2019

 

 

 

 

Mese della Prevenzione del Cheratocono

 

 

Periodo:

Dal 10 Settembre allf11 Ottobre 2019

 

Immagine cheratocono [Rif. CAMO, Centro Ambrosiano Oftalmico - camospa.it]

 

 

 

 

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Comunicato

 

 

 

Cheratocono: dal 10 Settembre allf11 Ottobre 2019
la campagna di prevenzione e diagnosi

 

 

 

 

Inizia il 10 Settembre 2019 la campagna di prevenzione e diagnosi del cheratocono, promossa dallfUniversità degli Studi di Verona, dal Centro Nazionale di Alta Tecnologia in Oftalmologia (CNAT) dellfUniversità di Chieti – Pescara e dal Centro Ambrosiano Oftalmico (CAMO), in collaborazione con Neovision e con il patrocinio del Ministero della Salute, dellfAzienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, della Società Italiana Trapianto di Cornea e Superficie Oculare (S.I.TRA.C.), della Società Oftalmologica Italiana (SOI) e dellfAssociazione Italiana CHEratoconici (A.I.CHE.). È stato inoltre richiesto il patrocinio della Regione Veneto.

 

Il cheratocono, una patologia di cui poco si parla, è una malattia progressiva della cornea che causa lfassottigliamento e la deformazione della stessa, provocando una riduzione anche molto grave della capacità visiva, fino a portare alla cecità. Può esordire fin dalla giovane età e se non immediatamente diagnosticato, è un disturbo difficilmente curabile se non con un trapianto di cornea.

 

Fino allf11 Ottobre 2019 la campagna di informazione e prevenzione vedrà coinvolti diversi centri su tutto il territorio nazionale. Per un mese, equipe di medici oculisti, ortottisti e assistenti in oftalmologia effettueranno screening oculistici gratuiti, dedicati a giovani di età compresa tra i 15 e i 35 anni e che non abbiano mai avuto una diagnosi di cheratocono, per individuare la malattia e suggerire eventuali visite o esami di approfondimento, oltre a informare la cittadinanza su una patologia oculare che può arrecare gravi danni alla vista. Lo screening sarà eseguito solo nei centri aderenti alla campagna, prenotando la visita sul sito www.curagliocchi.it a partire dal 10 Settembre 2019.

 

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Relatori alla conferenza di Presentazione della Campagna di prevenzione e diagnosi del cheratocono, 10 Settembre 2019, Milano:

Leonardo Mastropasqua, Direttore CNAT – Centro Nazionale di Alta Tecnologia in Oftalmologia dellfUniversità di Chieti – Pescara

Giorgio Marchini, Direttore Scuola di Oftalmologia dellfUniversità degli Studi di Verona

Rinaldo Lisario, Presidente A.I.CHE – Associazione Italiana CHEratoconici

Lucio Buratto, Direttore Scientifico CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico e Neovision

Felicita Norcia, Direttore Sanitario Neovision

 

 

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Info e Contatti:
==   stampa@camospa.it  - amamprin@yahoo.it – 3384679876

==   e.cossa@vrelations.it - c.depaoli@vrelations.it

 

 

 

 

 

 

Immagine cheratocono [Rif. CAMO, Centro Ambrosiano Oftalmico - camospa.it]

 

Immagine cheratocono

[Rif. CAMO, Centro Ambrosiano Oftalmico - camospa.it]

 

 

 

 

 

 

APPROFONDIMENTI

__ e Documentazione sulla Campagna Nazionale Camo > Campagna di Prevenzione e Diagnosi del Cheratocono - MESE DELLA PREVENZIONE DEL CHERATOCONO

 

 

 

CENTRI ADERENTI

 

CAMPAGNA DI PREVENZIONE E DIAGNOSI

Prenota subito la tua visita sul sito www.curagliocchi.it

 

 

Promossa dallfUniversità degli Studi di Verona, dal Centro Nazionale di Alta Tecnologia in Oftalmologia (CNAT) dellfUniversità di Chieti-Pescara e dal Centro Ambrosiano Oftalmico (CAMO), in collaborazione con NEOVISION e con il patrocinio del Ministero della Salute, dellfAzienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, dellfAssociazione Italiana CHEratoconici (A.I.CHE.), della Società Oftalmologica Italiana (SOI) e della  Società Italiana Trapianto di Cornea e Superficie Oculare (S.I.TRA.C.), dal 10 settembre allf11 ottobre parte il MESE DEL CHERATOCONO, una grande Campagna di prevenzione e diagnosi di una malattia di cui poco si parla ma che può portare alla cecità. Il cheratocono causa lfassottigliamento e la deformazione della cornea, può esordire fin dalla pubertà e se non viene immediatamente diagnosticato è difficilmente curabile se non con un trapianto di cornea.

 

Per questa importante campagna di informazione e prevenzione, che vedrà coinvolte decine di centri su tutto il territorio nazionale, è stato inoltre richiesto il patrocinio della Regione Veneto.

 

Per un mese, dunque, gli specialisti dei Centri distribuiti sul territorio nazionale visiteranno i pazienti che si saranno prenotati sul sito www.curagliocchi.it e presso tutte le svariate strutture nazionali della Campagna, con lfobiettivo non solo di diagnosticare questa patologia, ma anche e più generalmente per informare la cittadinanza su un disturbo oculare che può portare a gravi conseguenze per la vista.

 

Verranno erogati screening gratuiti effettuati da medici specialisti oculisti e ortottisti/assistenti in oftalmologia, mirati a individuare questa patologia nei soggetti interessati ed eventualmente suggerire le opportune terapie, rimandando ai propri medici oculisti curanti.

Prenota subito il tuo screening gratuito sul sito www.curagliocchi.it

 

 

CENTRI ADERENTI

 

 

BARI – Azienda Ospedaliera Consorziale del Policlinico di Bari - U.O. Oftalmologia Universitaria, Piazza Giulio Cesare 11

 

BOLOGNA – Ospedale Maggiore, Largo Nigrisoli 2

 

CASALE MONFERRATO (AL) – Ospedale Santo Spirito, Viale Giolitti 2

 

CATANZARO – Università Magna Grecia UO Oculistica, Viale Europa, Loc. Germaneto

 

CHIETI/PESCARA – Clinica Oftalmologica Università gG. dfAnnunzioh Chieti-Pescara, Via dei Vestini 1

 

FIRENZE – Clinica Oculistica Azienda Ospedaliero - Universitaria Careggi, Largo Piero Palagi 1

 

GENOVA – UOC Clinica Oculistica Universitaria - DiNOGMI Università degli Studi di Genova - IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, Viale Benedetto XV 5

 

LECCE – Ospedale Vito Fazzi – Piazza Filippo Muratore

 

MACERATA – Unità Operativa Oculistica Ospedale Bartolomeo Eustachio, Via Glorioso 8, San Severino Marche

 

MESTRE (VE) – Centro di Medicina, Viale Ancona 15

 

MILANO – Neovision Cliniche Oculistiche – Corso Vercelli 40, Via Procaccini 1, Via Restelli 1

 

MILANO – CAMO - Centro Ambrosiano Oftalmico, Piazza della Repubblica 21

 

MILANO – IRCCS Ospedale San Raffaele, Via Olgettina 60

 

MONCALIERI (TO) – Ospedale Santa Croce di Moncalieri, Piazza Amedeo Ferdinando 3

 

NAPOLI U.O.C. Oculistica Ospedale gAntonio Cardarelli, Via A. Cardarelli 9

 

PERUGIA – Ospedale Santa Maria della Misericordia, Piazzale Menghini 1

 

ROMA – Unità Operativa Complessa di Oculistica Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, Largo Agostino Gemelli 8

 

VERONA – Unità Operativa Complessa di Oculistica - Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata, Piazzale Ludovico Antonio Scuro 10

 

VILLORBA (TV) - Centro di Medicina, Viale della Repubblica 10/B

 

 

 

 

 

 

APPROFONDIMENTI

__ e Documentazione sulla Campagna Nazionale Camo > Campagna di Prevenzione e Diagnosi del Cheratocono - MESE DELLA PREVENZIONE DEL CHERATOCONO

 

 

 

CAUSE ED ESAMI DIAGNOSTICI del CHERATOCONO

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'LA CORNEA: UNA LENTE DELLfOCCHIO'

 

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LA CORNEA: UNA LENTE DELLfOCCHIO

Lfocchio si compone di varie strutture anatomiche, ognuna delle quali deve avere caratteristiche ben precise per consentire una visione corretta. La parte anteriore è costituita dalla cornea, una struttura di forma convessa formata da tessuto trasparente.

La cornea, per consentire una buona vista, deve essere trasparente e di forma regolare; in caso contrario, la vista ne viene compromessa in modo più o meno rilevante in relazione allfentità dellfanomalia.

 

 

La cornea e il cristallino sono le lenti dellfocchio: la cornea è la piccola calotta trasparente che chiude la parte anteriore del bulbo oculare, mentre il cristallino è una piccola lente situata internamente.

 

La cornea è la lente più gimportanteh dellfocchio. Lfefficienza ottica della cornea dipende da due sue caratteristiche, straordinarie per un tessuto biologico: una perfetta trasparenza e una curvatura regolare.

Una cornea trasparente e con curvatura regolare, lavorando ginsiemeh ad un cristallino trasparente e ad una retina sana, consente a un occhio di vedere nitidamente (a condizione che anche le altre strutture dellfocchio siano normali).

 

 

IL CHERATOCONO

 

Il cheratocono è una malattia progressiva della cornea che può provocare una riduzione anche molto grave della capacità visiva. Consiste in un assottigliamento e deformazione della cornea stessa, che tende a sfiancarsi protrudendo in avanti, a volte in modo così evidente da assumere una forma conica.

La causa non è nota. Si verifica una alterazione del collagene nello stroma corneale, le cui molecole perdono compattezza e il tessuto diventa più debole e deformabile.  Vi è un certo grado di familiarità ma non si può considerare il cheratocono una malattia ereditaria. In pratica, è da sospettare maggiormente se in famiglia vi è unfaltra o più persone affette. Si è osservata anche una associazione con allergie durante la crescita. Per alcuni la causa potrebbe essere lo sfregamento degli occhi indotto dallfallergia a danneggiare la cornea: a scopo preventivo è consigliabile evitarlo il più possibile. Deve inoltre sempre insospettire un difetto rifrattivo con astigmatismo che aumenta nel tempo.

Può comparire a partire dai 10-14 anni di età, ma, il più delle volte, viene diagnosticato più avanti negli anni.

La prevalenza di cheratocono nella popolazione generale è di un caso su 2.000 individui. Rappresenta la prima causa di trapianto corneale e dai dati epidemiologici più recenti risulta che sono interessati pazienti sempre più giovani.

La velocità e lfentità della progressione della deformazione corneale da cheratocono sono estremamente variabili. Come regola generale la velocità di evoluzione è maggiore nei giovanissimi e diminuisce sensibilmente con lfetà. Il motivo è il naturale girrigidimentoh della struttura corneale nel corso degli anni.

Il cheratocono è da considerarsi una patologia bilaterale, che coinvolge entrambi gli occhi, ma il più delle volte questo avviene in modo anche marcatamente asimmetrico.

 

I SINTOMI

Non vi sono di norma disturbi come dolore o infiammazione oculare. I problemi avvertiti dal paziente consistono in un peggioramento della capacità visiva indotto dallfalterazione, spesso progressiva, della cornea. In molti casi lfocchio affetto da cheratocono diventa miope, ma è lfastigmatismo irregolare a disturbare maggiormente la visione, inducendo la percezione di unfimmagine sfocata e deformata (soprattutto le fonti luminose tendono ad essere allungate come se avessero una coda luminosa). Questo sfuocamento in casi medi e avanzati può essere tale da ostacolare seriamente le attività quotidiane del paziente.

 

GLI ESAMI DIAGNOSTICI

Oltre a quelli che normalmente vengono eseguiti durante una visita oculistica, per esaminare bene la cornea occorrono esami più specifici.

 

La topografia corneale: serve a fare una precisa mappatura della forma della curvatura della cornea: è lfesame più importante per la diagnosi del cheratocono.

 

La pachimetria: serve a misurare lo spessore della cornea: nel cheratocono e in alcune altre patologie della cornea si possono riscontare zone molto sottili.

 

LfOCT del segmento anteriore (Tomografia a Coerenza Ottica): serve a visualizzare alcune caratteristiche dellfanatomia della cornea in modo completamente non invasivo, come ad esempio la profondità esatta di eventuali opacità.

Lfaberrometria: serve a identificare alcune anomalie rifrattive della cornea e dellfocchio in generale; lfaberrometria fornisce informazioni sulla qualità visiva dellfocchio.

 

 

 

 

 

 

APPROFONDIMENTI

__ e Documentazione sulla Campagna Nazionale Camo > Campagna di Prevenzione e Diagnosi del Cheratocono - MESE DELLA PREVENZIONE DEL CHERATOCONO

 

 

LE CURE POSSIBILI DEL CHERATOCONO

 

La chirurgia della cornea ha visto straordinari sviluppi negli ultimi anni; grazie anche a grandi avanzamenti tecnologici, specie nel campo dei laser, il chirurgo oculista ha oggi a disposizione molteplici tecniche per intervenire sulla cornea. Tali tecniche vanno da procedure minimamente invasive fino a interventi chirurgici maggiori.

Lfavere a disposizione molte garmih consente quindi al chirurgo oculista di scegliere la modalità meno invasiva e più adatta alla soluzione di ogni singolo caso.

Il cheratocono può presentarsi in stadi estremamente diversi, che richiedono soluzioni gsu misurah che verranno valutate dal chirurgo oculista caso per caso. La scelta dipende da numerose variabili, ma cerchiamo di elencare gli interventi possibili e il loro razionale, partendo dalle soluzioni meno invasive.

 

IL CROSS LINKING CORNEALE (CXL)

 

Il trattamento che ha dimostrato efficacia nel rallentare e in molti casi a fermare lfevoluzione del cheratocono è il cross linking corneale o CXL. È un trattamento fondamentale nella cura del cheratocono e delle altre ectasie corneali. Non è un intervento chirurgico, nel senso che non vengono effettuate incisioni, suture o altre manovre invasive; è un intervento chiamato gparachirurgicoh.

È una procedura che viene applicata per la terapia del cheratocono iniziale, cioè quando ancora lo spessore e le curvature della cornea sono discretamente o completamente conservate. Talvolta si applica questo trattamento anche a pazienti affetti da cheratocono in uno stadio evolutivo più avanzato al fine soprattutto di limitare la velocità di progressione.

Questo metodo, chiamato cross linking del collagene corneale, consiste nellfapplicazione sulla cornea di un prodotto chiamato Riboflavina; esso viene poi attivato da una luce ultravioletta della famiglia dei raggi UVA. Lfazione della luce associata al farmaco stimola la cornea a rinforzare i legami tra i tessuti che la compongono, determinando un arresto o quanto meno un rallentamento dellfevoluzione della malattia. Lo scopo è sostanzialmente quello di aumentare la rigidità e la resistenza della cornea.

I risultati ottenuti fino ad ora sono molto favorevoli, in quanto i pazienti trattati presentano un rallentamento del processo di assottigliamento della cornea con una conseguente stabilizzazione del difetto visivo dovuto alla deformazione della cornea affetta da cheratocono.

In alcuni casi si è anche assistito ad una lieve riduzione del difetto refrattivo (miopia e/o astigmatismo) con conseguente miglioramento della qualità visiva. Alla terapia consegue una stabilizzazione della malattia, una migliore tolleranza delle lenti a contatto, un beneficio della qualità della vista ed un allontanamento dellfeventuale intervento di trapianto.

Le tecniche del CXL. Ci sono varie modalità per eseguire il crosslinking; tutte comunque vengono fatte in anestesia con colliri, sono indolori ed eseguibili ambulatorialmente; la tecnica di esecuzione è semplice e poco invasiva rispetto alle altre proposte terapeutiche del cheratocono.

œ  Tecnica standard EPI-OFF

Il paziente viene anestetizzato con alcune gocce di collirio. Vengono poi instillate alcune gocce di antibiotico e di disinfettante oculare.

Viene applicato un telino sterile intorno allfocchio e le palpebre vengono aperte mediante due piccoli divaricatori. Il medico oculista rimuove lfepitelio, cioè lo strato di cellule che ricopre la cornea (tecnica EPI-OFF), e poi instilla ripetutamente la riboflavina in gocce per un tempo di circa 15f. Avvicina poi allfocchio uno strumento che emette una luce della famiglia degli U-V e irradia la cornea per circa 30f, continuando di tanto in tanto ad instillare delle gocce di riboflavina.

Il medico applica poi una lente a contatto terapeutica per facilitare il processo di guarigione e ridurre i fastidi al paziente nel periodo che segue il trattamento; applica poi qualche goccia di collirio antibiotico e invia il paziente in sala dfattesa. Egli potrà poi andare a casa dopo 15f-20f.

œ  Tecnica di crosslinking EPI-ON

Nel 2009 unfazienda italiana leader del settore ha introdotto una riboflavina modificata legandola ad una sostanza capace di superare lo strato superficiale della cornea (epitelio); in tal modo si può effettuare il trattamento di Cross-linking corneale senza togliere lfepitelio (EPI-ON) e di conseguenza in modo meno fastidioso per il paziente. Per cui utilizzando questa modalità, la tecnica di crosslinking diviene più semplice.  Tuttavia, secondo alcuni studi si otterrebbe un minor effetto terapeutico.

Il CXL, come è stato inizialmente eseguito e come tuttfora viene fatto nella grande maggioranza dei casi, ha durata complessiva di quasi unfora (30f per la preparazione dellfocchio, rimozione dellfepitelio e imbibizione della cornea con riboflavina e altri 30 minuti di irraggiamento). La durata del trattamento transepiteliale (EPI-ON) è pure di circa unfora (30 minuti di imbibizione + 30 minuti di irraggiamento). La tecnica EPI-ON è stata introdotta nel 2010.

Entrambe le tecniche EPI-OFF ed EPI-ON hanno il limite di essere ritenute lunghe e fastidiose dai pazienti a causa dei tempi di esecuzione, circa unfora per ogni paziente.

 

 

IONTOFORESI CORNEALE


La iontoforesi corneale, sviluppata in Italia nel 2010 è una recente scoperta della ricerca e consente una drastica riduzione dei tempi di trattamento del CXL: dagli attuali 60 minuti della tecnica EPI-OFF e EPI- ON ai 15 minuti con la nuova procedura. La iontoforesi (da iòntos=ione e phòresis = trasporto, trasporto di ioni) consiste nel trasferimento unidirezionale di molecole, fornite di carica ionica, allfinterno dei tessuti da trattare, grazie ad un campo elettrico a bassa intensità. Grazie alla iontoforesi, si raggiunge nello stroma corneale una concentrazione di riboflavina equivalente alla imbibizione della tecnica standard.

 

La iontoforesi oculare risulta estremamente semplice nellfesecuzione ed è ottimamente tollerata dal paziente.

Ecco come si svolge lfintervento.  Il trattamento viene effettuato mediante lfapplicazione sul paziente dei due elettrodi collegati ad un delicato generatore di corrente continua. Per primo, viene posizionato lfelettrodo positivo a forma di cerotto al centro della fronte del paziente, e, successivamente, lfaltro sullfocchio del paziente. Poi, viene riempito lfelettrodo negativo, situato nellfocchio, con unfapposita formulazione di riboflavina specifica per iontoforesi corneale. Viene attivata la corrente elettrica a bassissima intensità, ottimamente tollerata dal paziente per cinque minuti. Il flusso di corrente (a bassa intensità) tra i due elettrodi permette alla formulazione di riboflavina di penetrare rapidamente nello stroma corneale, attraverso lfepitelio integro (quindi senza disepitelizzazione).

 

Contemporaneamente alla iontoforesi, è stata introdotta unfaltra innovazione; la riduzione dei tempi di irraggiamento da 30f a 9f grazie ad un nuovo strumento che emette irradiazione necessaria in un tempo più breve.

 

Il CXL è indicato praticamente sempre nei giovani e giovanissimi, vista la quasi ineluttabile tendenza a peggiorare e comunque ogni qualvolta si riscontrino segni di evolutività. Sebbene la funzione del CXL sia quella di irrobustire la cornea e non di correggere difetti refrattivi o modificare la vista, in diversi casi si è osservato un miglioramento visivo a distanza di tempo dal trattamento CXL, in genere dopo diversi mesi. Ad oggi la tecnica standard EPI-OFF (cioè con rimozione dellfepitelio) vanta un lungo follow-up; essa viene eseguita in Italia dal 2007 ed ha dimostrato negli anni di essere una tecnica sicura ed efficace per il trattamento del cheratocono e delle ectasie corneali.  Si calcola che dallfavvio della tecnica ad oggi siano stati praticati oltre un milione di trattamenti nel mondo.

Il CXL è anche indicato in associazione a trattamenti conservativi come la PRK customizzata o lfimpianto di anelli intrastromali.

 

 

ALTRE TECNICHE

 

Solo in casi lievi, in cui le curvature corneali sono ancora abbastanza ben conservate, è possibile una correzione ottimale con lenti da occhiale.

œ  Le lenti a contatto o LAC (rigide, ma anche semirigide o morbide) in molti casi permettono, se tollerate, di ottenere eccellenti risultati visivi. È spesso necessaria una certa dose di pazienza sia al contattologo che al paziente per trovare la giusta lente che fornisca un buon risultato visivo. Un concetto che a volte genera confusione e aspettative errate è quello che la lente a contatto rigida sia in grado di contrastare lo sfiancamento e rallentare lfevoluzione del cheratocono. Purtroppo la lente a contatto è solo appoggiata sulla cornea e non è in grado di gcontenerlah e quindi evitare la progressione della malattia. Permette invece di correggere molto efficacemente il difetto rifrattivo irregolare tipico del cheratocono. Ciò viene ottenuto perché lo strato di lacrime che si viene a trovare tra cornea e lente a contatto gammortizzah le irregolarità corneali e ciò consente di migliorare la qualità visiva; inoltre, la correzione ottica fornita dalla LAC comporta un aumento dellfacuità visiva. Se il cheratocono è troppo avanzato, la lente a contatto può non essere tollerata e debbono essere prese in considerazione le possibilità chirurgiche, più o meno conservative, a seconda della gravità del quadro.

œ  Lfimpianto di anelli intrastromali in casi selezionati permette di contrastare lo sfiancamento e regolarizzare la curvatura centrale della cornea (lfassottigliamento della cornea non deve essere troppo marcato). La regolarizzazione di curvatura consente una più facile correzione con occhiale o lente a contatto e un miglioramento della capacità visiva. Gli anelli vengono impiantati con una procedura ambulatoriale minimamente invasiva nella quale non viene asportato tessuto corneale; lfintervento è anche completamente reversibile.

œ  La Fotocheratectomia refrattiva (PRK) può essere utile in casi di cheratocono stabile e in forma leggera, cioè senza eccessivo sfiancamento e senza troppo assottigliamento corneale. Un trattamento su misura o gcustomizzatoh permette di ridurre le irregolarità di curvatura più marcate o anche di eliminare alcune opacità superficiali che a volte insorgono anche dopo uso prolungato di lenti a contatto. La PRK in tali casi deve essere accompagnata anche dal CXL. In alcuni casi, soprattutto in caso di stabilità del cheratocono ed in pazienti non troppo giovani, un difetto rifrattivo molto elevato associato al cheratocono – di regola di tipo miopico e astigmatico- può essere corretto anche grazie alla tecnica dellfimpianto di un cristallino artificiale aggiuntivo o gIOL fachicah (cosiddetta tecnica del gdoppio cristallinoh) in modo del tutto analogo a quanto viene effettuato in casi di miopia elevata, con o senza astigmatismo.

La cheratoplastica. A seconda dellfentità dello sfiancamento, la curvatura irregolare provoca alterazioni dellfacuità e della qualità visiva fino a una perdita quasi completa. In casi molto rari lfassottigliamento della cornea può essere così marcato da mettere a rischio lfintegrità del globo oculare: in tali casi bisogna intervenire tempestivamente con un trapianto di cornea. In casi di cheratocono più avanzato è necessario ripristinare la struttura corneale mediante un trapianto di cornea o cheratoplastica. Quando le condizioni anatomiche lo consentono il chirurgo oculista cercherà di preservare gli strati più profondi della cornea e lfendotelio corneale eseguendo una cheratoplastica lamellare anteriore (DALK è la modalità più comune). In alcuni casi, si può rendere necessario trapiantare la cornea in tutto il suo spessore eseguendo la cheratoplastica perforante. Con entrambi i tipi di trapianto si possono ottenere buoni risultati nel recupero della capacità visiva.

 

 

 

 

 

 

APPROFONDIMENTI

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IL TRAPIANTO DI CORNEA

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Le Banche degli occhi

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DOMANDE

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DOMANDE SUL CROSS-LINKING CORNEALE (CXL)

 

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IL TRAPIANTO DI CORNEA

 

Purtroppo, molte malattie, degenerazioni, cicatrici possono provocare opacità e/o deformare la cornea a un punto tale che la capacità visiva non è migliorabile con procedure conservative, rendendo necessaria la sostituzione del tessuto corneale, cioè effettuando un trapianto di cornea o gcheratoplasticah.

Si stimano oltre 6.000 trapianti corneali allfanno in Italia e il fabbisogno annuo è di 130 cornee per milione di popolazione. La percentuale di sopravvivenza del lembo innestato è del 95% dopo un anno e del 60% dopo dieci anni.

I trapianti di cornea hanno una percentuale di successo anatomico molto alta, circa del 95%. Una delle ragioni principali che spiegano questi eccellenti risultati è che la cornea è uno dei pochi tessuti umani che può essere trapiantato con un rischio molto basso di rigetto, venendo quindi gaccettatah dallforganismo ricevente. Inoltre lo sviluppo di nuove tecniche mini-invasive ha ulteriormente ridotto questo rischio.

 

Le Banche degli occhi

Per effettuare un trapianto di cornea è necessario sostituire la cornea malata del ricevente con una trasparente da donatore.

Il tessuto corneale proviene da persone che hanno deciso di essere donatori perchè altri possano averne un beneficio. A queste persone va il ringraziamento di tutti noi, sia pazienti che medici. Tutti i tessuti di donatori vengono sottoposti a screening per escludere la possibilità di infezioni, quali epatite, sifilide, AIDS. Esiste una rete nazionale che si occupa delle donazioni, che afferiscono alle cosiddette Banche degli Occhi. Si tratta di un network nazionale e sovranazionale regolato da criteri estremamente rigorosi che garantiscono il rispetto e la segretezza dei donatori oltre alla sicurezza dei pazienti e che opera in collegamento con il Centro Nazionale Trapianti. Ogni anno si raccolgono 12.000-15.000 cornee.

Oltre infatti alla possibilità di effettuare un trapianto a tutto spessore (cheratoplastica perforante), si sono aggiunte tecniche cosiddette glamellarih, nelle quali è solo uno strato della cornea ad essere trapiantato.

Si distinguono cheratoplastica lamellare anteriore, nella quale sono gli strati più esterni della cornea ad essere trapiantati, e cheratoplastica lamellare posteriore o endoteliale, nella quale è lo strato più interno, quello che supporta le cellule endoteliali, ad essere sostituito.

 

 

DOMANDE

 

Come vengono reperite le cornee da trapianto?

Il tessuto corneale proviene da persone che hanno deciso di effettuare la donazione perchè altri possano averne un beneficio. Esiste una rete nazionale che si occupa delle donazioni, che afferiscono alle cosiddette Banche degli Occhi. Oggi, grazie a una maggiore sensibilizzazione della popolazione e ad una efficiente organizzazione dei prelievi e della selezione dei tessuti, la disponibilitá di cornee è maggiore e quindi il trapianto di cornea non deve più essere visto come un evento eccezionale.

 

Tutte le persone sono potenziali donatori di cornea?

In caso di decesso di una persona, è necessario che i parenti, tramite i medici o il personale infermieristico del reparto ospedaliero, manifestino la volontà di donare le cornee e firmino un'autorizzazione scritta. É compito del personale sanitario avviare le procedure per il prelievo. I tessuti prelevati vengono inviati alla più vicina Banca degli occhi, che, dopo averne valutato l'idoneità, li distribuisce alle strutture, dove i chirurghi oftalmologi eseguono i trapianti. Si tratta di un network nazionale e sovranazionale regolato da criteri estremamente rigorosi che garantiscono il rispetto e la segretezza dei donatori oltre alla sicurezza dei pazienti.

 

Le cornee per il trapianto possono trasmettere malattie?

A differenza degli organi, come per esempio il cuore o i reni, la cornea è un tessuto e non contiene vasi sanguigni: per questo motivo, è difficile che i germi responsabili di malattie infettive possano contaminare il tessuto corneale. In ogni caso, vengono esclusi i donatori positivi per epatite B, epatite C, AIDS e i tessuti vengono sottoposti ad accurati controlli microbiologici.

 

Si tratta di un intervento doloroso?

No. Lfintervento non comporta dolore. Se si esegue in anestesia generale il paziente viene completamente addormentato; se si esegue in anestesia locale, tutta la zona intorno al bulbo oculare ed il bulbo oculare vengono anestetizzati.

 

Quanto tempo impiega l'occhio a recuperare la vista?

I tempi per un pieno recupero visivo variano da persona a persona e da occhio a occhio. Per ottimizzare la visione può essere indicato l'uso di occhiali o di lenti a contatto o la rimozione di uno o più punti di sutura. In generale, comunque occorrono alcuni mesi affinché la visione sia discretamente buona.

 

Il rigetto della cornea è possibile?

La maggior parte dei casi clinici di cheratocono che necessitano di trapianto di cornea perforante sono interventi a basso rischio di rigetto. Se si manifesta il rigetto, può essere fatto regredire con una pronta ed efficace terapia a base di colliri. Il rischio di rigetto si verifica per lo più dopo circa un mese e si riduce gradualmente con il passare del tempo. Nei casi in cui il rigetto abbia comportato l'opacamento della cornea trapiantata, l'intervento può essere ripetuto, instaurando però una adeguata terapia preventiva. Nel caso del trapianto lamellare anteriore, il rischio di un rigetto è virtualmente assente.

 

Quali sono i sintomi del rigetto?

Il rigetto si manifesta all'inizio con lievi disturbi quali appannamento della vista, fastidio alla luce, arrossamento dell'occhio e talvolta dolore oculare. Quindi, se questi sintomi compaiono è importante recarsi immediatamente dall'oculista perchè è fondamentale, per evitare danni al trapianto, iniziare la terapia il più presto possibile. Il rischio di rigetto aumenta quando l'occhio è irritato o quando vengono fatti interventi o tolti punti alla cornea. É necessario quindi fare molta attenzione a tutte quelle situazioni che possono determinare infiammazioni dell'occhio operato: vento, polvere, sostanze irritanti, ecc.

 

 

DOMANDE SUL CROSS-LINKING CORNEALE

 

Il cross-linking corneale (CXL) è un intervento chirurgico?

No, è un intervento gpara-chirurgicoh. La cornea non viene sottoposta a manovre chirurgiche come incisioni o suture.

 

In cosa consiste?

In sostanza la cornea viene irraggiata da una sorgente a raggi ultravioletti dopo essere stata imbibita di una sostanza, la riboflavina.

 

A cosa serve il CXL?

Induce la formazione di legami chimici fra le molecole di collagene della cornea, aumentandone la rigidità e la resistenza. Per questo motivo permette di rallentare o arrestare la tendenza allo sfiancamento in alcune patologie della cornea, prima fra tutte il cheratocono.

 

Dove e come viene eseguito il CXL?

Il trattamento viene eseguito ambulatorialmente, con il paziente sdraiato su un lettino in un ambiente protetto come un ambulatorio chirurgico. Sia lfimbibizione che lfirraggiamento possono essere eseguiti con modalità e tempi diversi. In particolare, vi è una tendenza nellfevoluzione della tecnica a utilizzare modalità che accelerano lfimbibizione della cornea da parte della riboflavina e irraggiamenti di maggiore intensità, che permettono di abbreviare notevolmente i tempi dellfintervento.

 

Cosa significano i termini epi-on, epi-off e iontoforesi applicati al CXL?

Epi-off è la prima tecnica, nella quale lfepitelio corneale viene asportato allfinizio del trattamento per far sì che la riboflavina penetri con facilità nella cornea: consente di ottenere un buon irrigidimento della cornea, ma è un pof invasivo e fastidioso per il paziente, e il recupero visivo è piuttosto lento.

Epi-on significa che lfepitelio corneale non viene toccato e si utilizza una apposita formulazione di riboflavina che riesce ad attraversarlo per penetrare allfinterno della cornea: questa modalità consente al paziente di avere meno disturbi ma lfeffetto di irrigidimento sulla cornea è meno marcato rispetto alla tecnica classica.

La iontoforesi applicata al CXL consente di gforzareh il passaggio della riboflavina attraverso lfepitelio corneale grazie allfutilizzo di un lieve campo elettrico fornito da due piccole batterie. In questo modo si ottiene lo stesso effetto di irrigidimento della cornea della tecnica epi-off, ma senza gli inconvenienti ed i fastidi legati allfasportazione dellfepitelio.

 

Si tratta di un intervento doloroso?

No. Lfintervento non comporta dolore. Vengono utilizzate delle gocce di anestetico e al termine dellfintervento viene applicata una lente a contatto terapeutica.

 

Quali sono i disturbi dopo lfintervento?

Con la tecnica epi-off sono normali una iniziale difficoltá a tenere l'occhio aperto, un certo fastidio specie alla luce e una certa lacrimazione, con una certa frequenza, dolore: tutto questo migliora rapidamente nell'arco di uno-due giorni. Con la tecnica di iontoforesi i disturbi sono minori rispetto alla tecnica epi-off. In pratica quasi nessun fastidio con la tecnica epi-on.

 

Quanto tempo impiega l'occhio a recuperare la vista?

Il recupero della vista può richiedere alcuni giorni e a volte settimane per la tecnica epi-off, mentre è più rapido per la tecnica con iontoforesi e con la tecnica epi-on.

 

Il difetto visivo preesistente può ridursi con il trattamento di CXL?

É abbastanza frequente assistere ad una lieve riduzione del difetto refrattivo (astigmatismo o miopia) indotti dalla malattia, con conseguente miglioramento della qualità visiva. Si tratta in genere di un miglioramento che si avverte nel giro di mesi e spesso tende a migliorare ulteriormente a 1-2 anni dal trattamento.


In conclusione, cosa si vuole ottenere con il CXL?

La tecnica, irrobustendo la cornea, si propone di stabilizzare la malattia. Se eseguito precocemente, può evitare la necessità di fare il trapianto di cornea.

 

 

 

 

 

 

APPROFONDIMENTI

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10 Settembre – 11 Ottobre 2019

 

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