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LA PITTURA ITALIANA DELL '800 E '900

 

 

Cernobbio, Villa Erba

 

 

17 - 25 Maggio 2008

 

 

 

 

  «“Pittura Italiana dell‘800 e ‘900”: a Cernobbio, una settimana di qualità»  -  Articolo, di Marina Palmieri  >>>

 

 

 

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Immagine - Rif. Calderini >> "LA PITTURA ITALIANA DELL '800 E '900" - Cernobbio, Villa Erba, 17 - 25 maggio 2008

 

 

“Pittura Italiana dell‘800 e ‘900”: a Cernobbio, una settimana di qualità

 

-  di Marina Palmieri  -

 

Una settimana di qualità, quella dedicata dal 17 al 25 maggio 2008 alla grande pittura italiana dell’800 e del primo ‘900. Un prestigioso evento per collezionisti e amanti dell’arte collocato nell’affascinante “cornice” del lago di Como, sulle cui acque si affaccia Villa Erba (Cernobbio), sede dell’evento stesso.

Promossa da Comune di Cernobbio, Provincia di Como, Camera di Commercio di Como e Villa Erba S.p.A., la mostra “Pittura Italiana dell‘800 e ‘900” (quest’anno alla sua seconda edizione) nasce dalla collaborazione di venti gallerie d’arte tra le più prestigiose a livello nazionale e internazionale.

In esposizione, dunque, il meglio delle gallerie italiane, con una ricca selezione scelta di capolavori pittorici - oltre 600 - appartenenti alle più importanti correnti pittoriche italiane del periodo compreso tra la seconda metà del diciannovesimo secolo e l’inizio del ventesimo, tra le quali quella dei Macchiaioli, dei Divisionisti, della Scapigliatura, della Scuola Veneta.

«Questo tipo di esposizioni -  ha spiegato il Professor Giovanni Anzani, curatore e storico di arte moderna - è molto utile per tenere alta l’attenzione sulla pittura dell’800. L’800 è uno dei secoli molto interessanti per l’arte pittorica e, tuttavia, a lungo trascurato sotto questo aspetto. Negli anni settanta - ha continuato il Professor Anzani - c’è stata una ripresa di attenzione, in Italia, verso la pittura dell’800. Ebbene, sarebbe opportuno che quest’ascesa di attenzione fosse accompagnata da un adeguato rilancio, con organizzazione di mostre “mirate” e realizzate anche a livello di Regioni.» Soffermandosi poi nel merito di alcune scuole pittoriche dell’800, lo storico d’arte ha auspicato che in particolare sul Naturalismo (“che è un po’ la base di tutte le pitture”) occorrerebbe che in Italia si operasse a favore di un preciso recupero d’interesse, di una rinnovata considerazione.

Che i pareri degli storici d’arte a favore di un siffatto rilancio vadano parallelamente a un’autentica rinascita d’interesse da parte del pubblico per le opere artistiche che al meglio hanno saputo rappresentare (nonché documentare) la natura, il paesaggio, l’ambiente sociale, i momenti di vita quotidiana, è cosa sotto gli occhi di tutti. Ne sono una testimonianza le grandi affluenze di pubblico a mostre che, in varie parti della nostra Penisola, sempre più frequentemente vanno riproponendo quegli indirizzi artistici, e ne sono (nondimeno) vivide espressioni quelle dei tanti estimatori più genuinamente attratti dall’opera che ha saputo coniugare formule e sensibilità estetiche particolari con raffigurazioni fedeli del “vero”. Probabilmente questa rinascita di interesse può essere letta anche alla luce di una profonda necessità di riconoscimento, da parte dei fruitori dell’opera d’arte, ovvero di un bisogno di riconoscere la propria profonda istanza di verità-e-bellezza in opere che hanno saputo e sanno resistere al tempo con la forza della stessa verità e della stessa bellezza e, in questa loro capacità, sempre attuali, sempre capaci di grande “presa” e interesse, capaci di inossidabile vibratilità. È allora il caso di annotare che quelle grandi mostre che (anche al di là dei riflessi più direttamente e legittimamente riferibili al fermento del mercato d’arte) puntano alla riproposizione e alla riscoperta di quell’arte tanto capace di interloquire con quelle intramontabili istanze umane di riconoscimento si inseriscono, verosimilmente, in un’operazione di valorizzazione che “fa” e “trasforma” ripetutamente in arte lo stesso spirito di osservazione, la stessa occasione di ammirazione dell’oggetto artistico. Questo può essere considerato uno dei meriti dell’esposizione qui in oggetto - “Pittura Italiana dell‘800 e ‘900, alla sua seconda edizione – o meglio ancora uno dei pregi di questa occasione di fruibilità-godibilità dell’opera offerta al grande pubblico, realizzata con una regia espositiva che morbidamente, con discrezione, accompagna passo dopo passo il visitatore nella gradualità ora delle intensità narrative riferibili per esempio ai momenti di vita quotidiana (da menzionare, in particolare, i paesaggi agresti – del M° Filippo Carcano e non solo -  affiancati ad altri momenti di vita campestre sì da sortire un effetto di successione, e quasi di movimento, come da “paesaggio nel paesaggio”), ora degli impeti cromatici (proposti in successione tale da non urtare l’occhio, bensì introducendolo a certi crescendi coloristici, della stessa scuola e/o dello stesso autore), ora delle sfumature ed evoluzioni stilistiche dello stesso artista (è il caso, tra alcuni altri, dell’esposizione d’una serie di dipinti di Renato Natali, presentata in modo da poterne assaporare ogni singola e spiccata variazione di umore paesaggistico).

Soggetto e oggetto, dunque, fusi in quella categoria dello spirito che è la Qualità; osservatore (fruitore, pubblico, estimatore) e ente osservato (nello specifico l’opera d’arte) che nell’incontro e nel riconoscimento aumentano esponenzialmente la coscienza di sé, la stessa forza dalla quale l’uno e l’altro sono scaturiti, fino a modificare se stessi. Può un’opera d’arte aumentare la “coscienza di sé”, può semplicemente averla questa coscienza? Sì, se ha il potere di “inchiodare” l’osservatore davanti all’energia e alla bellezza di cui si è fatta veicolo, sì – e questa, in definitiva, è la risposta che s’impone rispetto alla mostra Pittura Italiana dell‘800 e ‘900 allestita anche quest’anno a Villa Erba – sì se chiama a sé lunghi secondi, minuti, del pubblico porgendogli una raffigurazione di verità che va oltre lo scorrere del tempo, oltre l’avvicendarsi delle generazioni. Questo potere (dell’opera d’arte) di “inchiodare” l’attenzione, l’ammirazione, lo sguardo e il cuore di chi la osserva è un qualcosa che torna e ritorna continuamente alla opera medesima, accrescendone ogni volta la sua vissutezza, la sua propria intima natura e forse l’anima perenne delle stesse cose, visuali, entità con le quali già venne a contatto.

 

Marina Palmieri

 

 

 

  Leggi anche:  "LA PITTURA ITALIANA DELL '800 E '900"  -  Cernobbio, Villa Erba  >>  Comunicato e Scheda Tecnica  >>>

 

 

 

 

 

 

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