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LA PELLICCIA DI LUCIO DALLA E LE CORNACCHIE CONDANNATE A MORTE

 

-  di Annamaria Manzoni  -

 

 

 

 

 

LA PELLICCIA DI LUCIO DALLA E LE CORNACCHIE CONDANNATE A MORTE

 

-  di Annamaria Manzoni  -

 

 

 

C’è una fotografia di Lucio Dalla che obbliga a tanti pensieri, quella in cui appare avvolto in una pelliccia, di animale non bene identificato. Superfluo tessere le lodi di Lucio Dalla e ricordare che  lui è stato molto di più di un cantante, è stato il cantore di un’umanità sconfitta, ha guardato nelle pieghe delle ingiustizie sociali e ne ha colto la sofferenza; ha visto la pena dei carcerati e ne ha condiviso gli aneliti a vivere la propria umanità nei sentimenti umiliati da una giustizia disumanizzante. Il soldato che, in Itaca, combatte una guerra che darà vanto solo al suo capitano ha la stessa profondità del povero di Bertolt Brecht, che, qualunque sarà l’esito della guerra, sarà sempre un vinto.

Che una persona di questa levatura, di tanta sensibilità non abbia mai ritenuto degno di uno sguardo neppure distratto l’animalità sofferente tutto intorno è fonte di grande disappunto, ma vestirsi con quella pelliccia, simbolo riconosciuto dello sfruttamento degli animali, piegati al nostro piacere anche quando ciò risponde solo a capriccio e vanità, nel suo caso forse a banale provocazione, travalica i limiti di una pur colpevole indifferenza ed entra nell’area di un esibito disprezzo per ogni diritto degli animali non umani. Come è possibile che la loro tragedia venga addirittura aggravata non da un sadico, un violento, un arrogante e presuntuoso rappresentante della specie umana, ma da un uomo di forte e riconosciuta sensibilità?

Non sarebbe sufficiente, ma un po’ più rassicurante poter isolare la crudeltà e l’indifferenza verso la sofferenza degli animali in un universo popolato da persone incapaci di guardare al di là dell’immediatamente visibile, poco aduse a riflettere sulle ingiustizie del mondo, portate a non porsi  domande imbarazzanti, a godere di ogni privilegio, costi quel che costi ad altri più deboli. Ma quando lo sprezzo dei più elementari diritti proviene da chi sa dare parole di poesia alle ingiustizie del mondo e a rimandarcele avvolte da quell’aura in cui la disperazione si stempera nella possibilità di condivisione, beh allora i conti proprio non tornano.

Un’altra notizia arricchisce il quadro: nella rubrica delle lettere al Corriere della Sera dell’1 marzo (2012 n.d.r) è apparsa quella del sig. Santandrea a denunciare la situazione, nei pressi di Milano, di alcune cornacchie rimaste stipate senza cibo né acqua in angustissime gabbie, in attesa di soppressione, perché ree di essere in sovrannumero: al momento opportuno, spiega, il loro capino verrà violentemente picchiato contro uno spigolo e il problema sarà risolto. La lettera riceve dalla destinataria, la prof. Isabella Bossi Fedrigotti, specialista in psicologia, una lapidaria risposta: se questo è quanto, meglio allora i cacciatori: un colpo secco e via. In pratica, è come se alla denuncia di situazioni di bambini in condizioni di maltrattamento, l’esperta avesse dato una risposta del tipo “tanto vale piuttosto toglierli ai genitori appena nati” o magari “meglio allora non farli i figli”. Siamo invece del tutto certi che non sarebbe stato questo il commento della psicologa, che avrebbe invece ritenuta fondamentale un’analisi del contesto in cui determinate aberrazioni maturano e avrebbe fatto riferimento a studi e ricerche per elaborare percorsi di accompagnamento ad un doveroso tentativo di decodificare il problema, in virtù della sua esperienza, sensibilità, conoscenza approfondita, e soprattutto del dovere etico e professionale di farsi carico della sofferenza dei più deboli. Per le cornacchie invece no: meglio un colpo e via.

Ciò che accomuna due situazioni tanto diverse è il mantenimento degli animali, chiunque essi siano, al di fuori dall’orizzonte etico, è il “confine dell’umano” come muro invalicabile per l’empatia e per l’attribuzione del diritto alla vita, alla libertà, alla non sofferenza. Niente di nuovo sotto il sole, dal momento che questo è il mondo in cui viviamo, mondo per altro fortunatamente attraversato anche da proteste soffertissime per questo stato di cose e di lotte, ideologiche e non, per i cambiamenti che urgono.  L’individualità specifica di un poeta dell’umano sentire e di una studiosa di dinamiche intrapsichiche, alla ricerca, ognuno con la propria specificità, del bandolo della matassa dell’umana complessità, lasciano però sconcertati: testimoniano che evidentemente non bastano la competenza, l’abitudine alla riflessione, lo sguardo attento alle relazioni, la conoscenza di bisogni e di pulsioni, un afflato solidale verso la sofferenza per prendere coscienza che il posto che gli animali occupano oggi su questa terra non è quello giusto, che ben altro sarebbe se vigessero criteri di giustizia e di armonia; anche per poeti e scienziati più forte ed efficace, lì a portata di mano, è l’attrazione verso ciò che è consolidato, comodo, foriero e assicuratore di privilegi.

Evidentemente la barriera che separa l’umano dal non umano è ancora oggi invalicabile per troppi; da qui, dalla necessità del suo superamento, bisogna ripartire, con un rivolgimento che non può non mettere in discussione le basi stesse di un pensiero nutrito di postulati tutti tesi ad assicurarci, specie eletta, il posto migliore nelle cose del mondo. “Questo mondo è sbagliato” afferma Josè Saramago e si augura “che ne venga un altro”, conservando, nonostante tutto, notevole ottimismo nel non auspicarne semplicemente la fine: la tentazione è forte.

 

 

Annamaria Manzoni

 

(2012)

 

 

 

 

  «LA PELLICCIA DI LUCIO DALLA E LE CORNACCHIE CONDANNATE A MORTE» - di Annamaria Manzoni

 

 

 

 

 

Correlato:

 

  Vedi alla voce: Annamaria Manzoni   >>>

 

http://www.comunicarecome.it/_000__Vedi_alla_voce__Annamaria_Manzoni.htm

 

 

 

 

 

 

Dr.ssa Annamaria Manzoni - mailto:  annia.manzoni@fastwebnet.it

 

 

 

 

 

 

 

Note bio-bibliografiche - Annamaria Manzoni  /  Estratto

 

Annamaria Manzoni è psicologa e psicoterapeuta, ipnositerapista e grafoanalista, accreditata presso l’Ordine degli Psicologi della Lombardia come Psicologa Clinica e dell’Età Evolutiva e in Psicologia Giuridica.

 

Ha lavorato per anni nell'ambito della tutela minorile, occupandosi di minori allontanati dalle famiglie di origine, maltrattamento e abuso, affido e adozione; ha collaborato con il Tribunale dei Minori di Milano ed è attualmente consulente presso il Tribunale di Monza.

 

Da anni componente del Consiglio Direttivo del Movimento Antispecista, collabora con la LAV, Oltrelaspecie e altre associazioni in difesa degli animali.

 

È autrice di numerosi articoli, apparsi su riviste di psicologia («Babele», «Infanzia», «Psicologia Contemporanea»).

 

Tra i libri scritti da Annamaria Manzoni in tema di difesa e tutela degli animali si segnalano qui:

- «NOI ABBIAMO UN SOGNO» ("Le Ragioni e le Emozioni del Rispetto per gli Animali") - Ed. Bompiani _ Tascabili Bompiani, Collana Saggi   >>>   +   >>>   +   >>>

- «IN DIREZIONE CONTRARIA» ("Pensieri, parole e passioni dalla parte degli animali") - Edizioni Sonda, Collana Saggi   >>>   +   >>>   +   >>>   +   >>>

 

Altro – Annamaria Manzoni:
- è autrice dell'articolo/saggio «Le Ragioni e le Emozioni del Rispetto per gli Animali: nelle sagre, nei circhi, negli zoo»   >>>
- ha redatto e promosso il «DOCUMENTO, SOSTENUTO DA OLTRE 600 PSICOLOGI, SULLE VALENZE ANTIPEDAGOGICHE DELL’USO DEGLI ANIMALI NEI CIRCHI, NELLE
  SAGRE, NEGLI ZOO»   >>>
  [  Primi firmatari: Fulvio Scaparro - Marina Valcarenghi - Guglielmo Gulotta - Dario Varin  #  Iniziativa permamente, con modalità “Aderisco al documento”  ]

 

Nel 2012, sempre sul tema della difesa degli animali e anche con ulteriori approfondimenti in ambito psicologico, Annamaria Manzoni ha scritto:

- «LA PELLICCIA DI LUCIO DALLA E LE CORNACCHIE CONDANNATE A MORTE»   >>>

- «MACACHI» (argomento: vivisezione/antivivisezione)   >>>

- «PERCHÈ MANGIAMO CARNE?» L’analisi psicologica di Annamaria Manzoni

   testo con intervista della Dr. Elena Bernabè, per il sito eticamente.net: http://www.eticamente.net/1912/perche-mangiamo-carne-lanalisi-psicologica-di-annamaria-manzoni.html

 

 

 

I diritti d’autore di «Noi abbiamo un sogno» e «In direzione contraria - Pensieri, parole e passioni dalla parte degli animali» sono devoluti a Animals Asia Foundation ( http://www.animalsasia.org/ )

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Immagine: la copertina del libro «NOI ABBIAMO UN SOGNO» ("Le Ragioni E Le Emozioni Del Rispetto Per Gli Animali") - Autore: Annamaria Manzoni - Introduzione di Goffredo Fofi - Ed. Bompiani _ Tascabili Bompiani, Collana Saggi  //  [ Dr.ssa Annamaria Manzoni - mailto:  annia.manzoni@fastwebnet.it ]

 

 

 

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Scheda tecnica

 

Autore: Annamaria Manzoni

Titolo: Noi abbiamo un sogno

Introduzione di Goffredo Fofi

Ed. Bompiani / Tascabili Bompiani - pp. 96 - € 6.50 - Collana: Saggi

ISBN: 88-452-5603-0

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Immagine - Rif.: Copertina del libro "In direzione contraria" - Pensieri, parole e passioni dalla parte degli animali  /  Autore: Annamaria Manzoni  /  Edizioni Sonda

 

 

 

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Scheda tecnica

 

Autore: Annamaria Manzoni

Titolo: In direzione contraria - Pensieri, parole e passioni dalla parte degli animali

Prefazioni di Domenico Barrilà e Roberto Marchesini

Edizioni Sonda pp. 144 - € 14,00 - formato 13x21 cm con alette - Collana: Saggi, 3

ISBN: 978 88 7106 558 8

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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